Intervista a Germán R. Blaco

Cari lettori di Amici per la Vite,
abbiamo avuto l’onore di conoscere personalmente Germán R. Blanco, produttore di Quinta Milú, la Perra Gorda, Bicicleta Voladora e Casa Aurora, e abbiamo colto l’occasione per strappargli una piccola intervista.

Germán, per iniziare, di dove sei?

Sono nato nelle Asturie e cresciuto nel Bierzo (in Castiglia e León), però in realtà mi sento cittadino del mondo.

Da dove nasce la tua passione per il vino?

Questa è una domanda che mi fanno spesso. Da piccolo non amavo molto studiare, ma ero sicuramente curioso. Nella mia famiglia sono il primo in assoluto a fare vino.
Tutto è nato quando, finita la scuola alberghiera, ho fatto un corso sul vino e credo che sia stata la curiosità di scoprirne gli aromi e i segreti del mondo che c’è dietro a spingermi a indagare sempre più a fondo, fino a farmi innamorare del vino.

Se non mi sbaglio sei diventato enologo.

Esatto, sono anche un enologo.

Com’è nato il nome del Milù?

Il Milú deve il suo nome a mio figlio Lucas, infatti è la fusione di ‘Mi Lucas’ (Trad. Il mio Lucas), abbreviato in Mi-Lú.

Qual è la tua relazione con le isole Canarie?

Per me le Canarie sono molto importanti, per due ragioni in concreto:
innanzitutto è il miglior mercato del mondo, e questo anche grazie a Rayco di Buona uva, che negli ultimi anni ha fatto un gran lavoro, e secondo perché ho un forte legame con questa terra, per cui sono riuscito a farmi dei grandissimi amici qui.

Il tuo vino viene esportato fuori dalla Spagna?

Sì, lo esportiamo in quindici paesi.

Dove esporti di più?

In ordine : Stati Uniti, Irlanda, Inghilterra e Australia.

È possibile trovare il tuo vino anche in Italia?

Purtroppo ancora no, ma in futuro spero di sì.

Ieri mi raccontavi che lavori l’uva come un artigiano, e che ti prendi cura dei tuoi vini. Possiamo quindi definirti un coltivatore naturale, biologico?

Sì, certamente. A me piace fare riferimento a mio figlio: quando vendemmiamo, lui sta nei vigneti a giocare con i suoi amichetti – cose che, se mettessi veleno nei campi, di certo non gli permetterei.
Purtroppo, però, il biologico ha alcuni problemi: il primo è che bisogna pagare ogni singolo sigillo che metti sulle etichette, quindi visto che siamo una piccola realtà che cerca di fare qualità, per risparmiare un pochino ho deciso di far mettere il sigillo solo sulle casse, così da metterne uno ogni dodici bottiglie!
Il secondo è che negli Stati Uniti è proibito il marchio ecologico europeo. Alla fine è tutta una questione di burocrazia, il mio è un prodotto artigianale, la mia è una filosofia di vita, il vino che faccio è sicuramente biologico.

Ti piace il vino italiano?

Sì, certamente. Adoro l’Italia e i suoi vini.

Il tuo vino italiano preferito?

Mmh… È molto difficile risponderti, io sono un fanatico del vino, e in Italia ci sono tantissimi vini che mi piacciono – credo di essermi bevuto tutta l’Italia. Inoltre è una terra spettacolare,  da cui si può apprendere tanto dalle varietà autoctone e dai suoi viticoltori interessanti.
C’è stato un periodo in cui avevo un rapporto molto forte con l’Italia. Per esempio c’è una viticoltrice, Elisabetta Foradori, che lavora con le anfore, con cui ho collaborato alcuni mesi quando ho iniziato anche io a lavorare con le anfore. Ho appreso da lei a sigillarle con la cera d’api, e ho un gran rispetto nei suoi confronti. I suoi vini sono incredibili.

Grazie Germán, è stato un piacere e un onore conoscerti.

Contatti:

LIVELY WINES
Viticoltura tradizionale, organica e sostenibile.
Germán R. Blanco
+34 661328504
hola@lively-wines.com
http://www.lively-wines.com

(traducción al español)

Quieridos lectores del blog, tuvimos el honor de conocer y entrevistar a Germán R. Blanco, productor de Quinta Milú, la Perra Gorda, Bicicleta Voladora y Casa Aurora.

Hola Germán, vamos a conocerte mejor. ¿De dónde eres?

Nací en Asturias y me crié en Bierzo, pero yo digo que soy ciudadano del mundo.

¿Cómo nació tu pasión por el vino?

Ésta es una pregunta que en muchos me hacen. A mí no me gustaba mucho estudiar, pero siempre he tenido muchísima curiosidad, así que, una vez terminada la escuela de hostelería, me apunté a un curso de vino y me enganché. La curiosidad de saber de donde salen los aromas y de descubrir el mundo que está detrás, me han llevado a enamorarme del vino.

¿Eres enólogo?

Correcto, soy un enólogo.

¿De dónde nace el nombre MILÚ?

De mi hijo, Lucas. Mi Lucas, abreviado Mi-Lú.

¿Cuál es tu relación con Canarias?

Mi relación con Canaria es importante: primero, es uno de los mercados más importantes del mundo, gracias tambien a Rayco de Buona uva, que en los últimos años han hecho un buen trabajo.
Segundo, porque gracias a esta fuerte conexión con Canarias he podido hacerme muy buenos amigos.

¿Tus vinos se venden también fuera de España?

Sí, claro, vendemos vino en quince países.

¿Donde se vende más?

En orden: Estados Unidos, Irlanda, Inglaterra y Australia.

Ayer me contabas que tu trabajas como un artesano y cuidas mucho a tu viñedo. ¿Podemos definir tus vinos ‘ecológicos’?

Sí, claro. Me gusta decir eso: cuando vendimiamos, mi hijo juega con sus amiguitos en el viñedo comiéndose las uvas. Si echara veneno en mi tierra, no permetiría a mi hijo de jugar allí!
Te cuento, el biológico tiene otro problema: el sello se paga, entonces visto que somos una pequeña realidad, en vez de poner el sello en la botella, lo ponemos en la caja, así te cobran cada doce botellas y ahorramos.
Y otra cosa es que en Estados Unidos está prohibido poner el sello europeo. Al final es papeleo, yo cultivo como un artesano, hago vino biológico!

¿Tu vino italiano favorito?

Mmh… Es complicado contestar. Me encanta el vino italiano, creo que me he tomado toda Italia.
Es un país extraordinariamente complejo para estudiar y aprender.
Italia es muy interesante porque hay viñedos autóctonos y buenísimos viticultores.
Tuve una época muy fuerte con Italia. Ahora mismo en Italia por ejemplo hay una viticultora que se llama  Elisabetta Foradori, y cuando empecé yo también a trabajar en ánforas de barro, he compardido algunos meses, y de ella he aprendido a utilizar la cera de abeja para tapar las ánforas.
Tengo mucho respeto para ella y sus vinos son increíbles.

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Viticultura tradicional, orgánica y sostenible.
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